lunedì 11 novembre 2013

Sospiri

Se un fil di voce potesse narrare ciò che il cuore tace,
Ti direi che t'amo d'un amore che non vuol né comparire né sparire.
Ma il silenzio regna nel vuoto che l'aria crea.
Dannata io quel di che il coraggio m'abbandono',
Intimorito dai tuo occhi e carcerato dal mio orgoglio.
Resto dunque qui nel mio confine, assopita dai sospiri
Che invano mi arrendo al calar di voce.
Ed ogni urlo sordo , un pezzo del mio dolor x te prende vita,
Bruciando quel che in me è ormai paglia al vento.

Isabeau..

domenica 6 ottobre 2013

Tristezze della luna.


Questa sera la luna sogna con più languore;
come una donna bella su cuscini svariati
che con la mano lieve e distratta accarezza
prima del sonno il dolce contorno dei suoi seni,
sopra il lucido dorso di valanghe di seta,
morente s'abbandona a lunghi smarrimenti,
e gira intanto gli occhi su visioni bianche
che nell'azzurro salgono, come sboccio di fiori.
Quando nel suo accidioso languore, qualche volta
lascia un'ascosa lacrima cadere sulla terra,
nemico del riposo, un pio poeta accoglie
nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente al pari di un frammento d'opale,
e la cela agli sguardi del sole, nel suo cuore.


Charles Baudelaire

venerdì 4 ottobre 2013

Una candela per ogni anima - lutto nazionale.

Lutto nazionale anche se le sfilate di polictici ed ecclesiasti, con discorsi filosofici e narcisisti, non sono mancati. 
A Palermo stasera centinaia di persone si incontreranno con in mano una candela, in segno di lutto e di rispetto per queste povere anime che nel mare siciliano hanno trovato non liberazione...ma tormento. 
Si incontreranno anche per manifestare, in modo discreto ma incisivo, a favore dei diritti umani, affinchè l'uomo abbia umanità e dignità, affinchè la vita prevalga di fronte la burocrazia, la crisi economica, il potere delle nazioni e l'individualismo.
Per chi non potrà essere presente, esorto ad accendere ugualmente una candela nelle proprie case e a rivolgere (ogniuno nel proprio modo e credo) una preghiera, affinchè le stragi di questi giorni non debbano più ripetersi, affinchè nessuno possa speculare su bambini, donne o uomini, affinchè nessuno debba più morire per ritrovare la libertà.

Clicca sul link in basso per collegarti all'evento:
Una candela per ogni anima

Evento da segnalare: Immancabile Mostra collettiva delle Arti - Asta di Beneficenza












Evento in evidenza: Etica è Crescita


lunedì 9 settembre 2013

Un piccolissimo tributo e un dono per chi non conoscesse i suoi scritti. E' morto lo scrittore, fotografo, poeta.. Alberto Bevilaqua

Anima amante mia per sbaglio
segnata
come una data
in un estraneo anno domini
io ti ho forse
perché ho tutto quello
che non dovrei avere per averti
mio sapore d’altrove
cerchiamo di fare in fretta
la nostra eternità
sta godendo di poche ore.

Alberto Bevilaqua


venerdì 6 settembre 2013

Come una rosa spezzata dal tempo,
volano petali odor del vento..

Il ricordo tuo...bella come sempre. Ogni notte vieni e mi sussurri.

Se solo potessi sfiorarti il viso per rassicurarti col mio sguardo, alleviare le pene, che spero la tua anima abbia lasciato in questo mondo che nn ha alcuna importanza. 
Se potessi riportarti leggiadra con le dita dei piedi nel terriccio e la mano al vento per farti sentire le bellezze di una vita che nei tuoi confronti si è dimostrata misera. 
Se potesse questo mio fardello assicurarti un'altra discesa con sorrisi e feste.
Se potessi tutto questo ed altro... forse riuscirei a logorarmi meno del mio non esser odiata come le mie spoglia meritano, perché l'eccezione tua è che ti hanno tolto tutto.. ma sei ancora qui accanto me che sorridi all'universo..

E' lei ...





domenica 1 settembre 2013

Libro consigliato: FIMMINE RIBELLI - di Lirio Abbate

"Mio padre ha due cuori: la figlia o l'onore? In questo momento dice che vuole la figlia, però dentro di lui c'è anche quell'altro fatto." Queste parole le pronuncia Maria Concetta Cacciola, trent'anni, tre figli, colpevole di aver tradito il marito e di aver deciso di collaborare con la giustizia seguendo l'esempio di Giuseppina Pesce, anche lei giovane madre, anche lei di Rosarno. E poi ci sono Rosa Ferraro, Simona Napoli, tutte 'fimmine ribelli' che hanno osato dire di no a padri, mariti, fratelli. Come nell'Afghanistan dei talebani, in Calabria la donna che "disonora" la famiglia deve morire, meglio se con un suicidio che tutela dalle conseguenze penali. Attraverso le storie di queste donne, Lirio Abbate racconta uno spaccato di apparente normalità dietro cui si nascondono una frenetica attività criminale, patrimoni immensi e un radicamento a una cultura patriarcale antiquata e retriva. Ma la ribellione delle donne che oggi si affidano "allo Stato, ovvero al nemico" per cercare di scampare a un destino infernale, produce un effetto dirompente. Perché sgretola l'immagine di compattezza del clan, mette in dubbio i valori del sistema 'ndrangheta, rivela l'impotenza dei boss incapaci di "tenere in riga" le loro donne. E, soprattutto, accende nelle altre 'fimmine' la consapevolezza della propria condizione e il desiderio di scrollarsela di dosso, facendo nomi e cognomi e aprendo crepe in un universo inconcepibile ma fin troppo vero.

Photos by: Massimiliano Gallo













sabato 31 agosto 2013

1.tratto da: "io?una donna per caso"



Questo trafiletto è tratto da uno scritto in lavorazione. Non parla di cambiamenti di sesso ma di quei semplici e complessi cambiamenti femminili che molte volte passano inosservati, non di certo però per l'universo femminile. Vi potrete ritrovare in questi cambiamente come no, infondo sono personali ed infiniti ;-). Io ho solo pensato di raccontare i pensieri di una delle milioni di donne nel mondo. Vorrei precisare che non è autobiografico anche se personalmente condivido molto cose con la protagonista di quest'opera.

"I passaggi sono sempre i più difficili.
Pensate a quante volte, prima di attraversare una pozzanghera o un ruscello, si ha sempre il timore che il salto non riesca come dovrebbe, cadendo di conseguenza con uno “splash” nell’acqua.
L’acqua non fa male,  abbiamo la perenne angoscia, però, di quello “splash!”. Non siamo molto logici dato che la reale paura è non riuscire a fare il salto.
Accantoniamo per un attimo i ruscelli, pensate a quando vi trovate di fronte alla prospettiva di oltrepassare un passaggio a livello. Non so voi, ma, mentre passo, io  guardo mille volte a destra e a sinistra , come se un treno dovesse sbucare di sorpresa in una delle due direzioni. Ridicolo no? Un treno che ti fa la sorpresa, anche se vi è una sbarra visibilissima e un campanelino assordante.
Un altro,  forse più emblematico esempio, è il passaggio di un ponte. Pensate di trovarvi in una delle estremità del Ponte di Brooklyn, cercate di intravedere l’atra punta. E’ davvero difficile sforzare così tanto la vista. Ci troviamo di fronte un imponente mostro fatto di strade, pilastri e ringhiere altissime, potremmo definirlo un dinosauro dei nostri tempi, colossale e immenso, noi invece siamo così piccoli, insignificanti, un numero tra i tanti che lo attraversano. Mamma mia! Quanti numeri! Migliaia, forse milioni. Sono innumerevoli le persone che utilizzano il ponte di Brooklyn per raggiungere la parte opposta della città.
Insomma, siamo lì, impauriti da questo gigante che tace e resta immobile. Ed è proprio così che comincia il nostro cammino.
All’inizio, un po’ titubanti, restiamo affascinati, forse siamo anche un po’ impazienti di arrivare, potremmo dire “adrenalinici”.
Ci rendiamo conto però che più ci mostriamo ansiosi più il tragitto ci appare lungo, sempre più lungo,  ed il tipico pensiero è: “ non si arriva mai?”.
Vi è, infatti, un momento in cui, con molto sconforto, abbiamo la sensazione di non arrivare, sconforto seguito  dalla tristezza di essere ormai a metà strada e di non essere  più tanto convinti del cammino intrapreso.
(Non è da poco. Stiamo attraversando insieme il ponte di Brooklyn, chi l’avrebbe mai detto?)
I nuvoloni sono sempre presagio di pioggia, sua logica conseguenza.
Rassegnati di aver ormai intrapreso il percorso lungo questo colossale ponte ed increduli sulla giusta decisione, cominciamo ad essere timorosi riguardo a ciò che ci accoglierà al di là d ponte, una volta arrivati.
La maggior parte degli errori dell’essere umano risiede nei  timori che ti fanno entrare in un vortice di inquietudini, dubbi e confusioni; che hanno la capacità di farti sentire smarrita e sola. Cosa ci attenderà? Non sappiamo nulla di ciò che ci aspetta, solo frasi lette o sentite dire e comunque sia molto dubbie, il chè influisce negativamente nella nostra fragilità.
E che dire delle innumerevoli incertezze che appaiono a noi come biechi sussurri nei nostri pensieri, senza nemmeno immaginare, però, che sono la nostra più grande fortuna…
Intanto siamo lì. Non ci si volta neanche più indietro dato che la distanza del percorso già fatto è tale da impressionare chiunque.
Siamo quasi alla fine, lì lì per arrivare. Per un attimo cerchiamo di ricordare dove eravamo, i momenti passati e dove saremo tra un paio d’istanti.
Ecco. I cambiamenti sono come i passaggi, sono come il ponte di Brooklyn.
 Nella propria vita sono molteplici, quello in genere più critico è proprio capire chi si era, capire cosa e come si passa e scoprire chi si sarà.
Ecco. Tutto per caso, e quando dico per caso non è per usare un termine semplice ma per sottolineare che nulla è stato preventivamente voluto o pianificato.
Un po’ come nascere uomo o donna, vi sarebbero molti meno problemi sull’ accettazione del proprio corpo o della propria vita.
Ho continuato a vivere percorrendo la strada che il mio istinto mi suggeriva e mi sono riscoperta tale : donna…ma per caso."